Album: Born to Run (1975).
Bruce Springsteen voleva che Born To Run fosse un disco che ravvivasse il mito americano. Dopo due album appassionati e per molti versi acerbi, Greetings From Asbury Park e The Wild, The Innocent & the E Street Shuffle, il musicista voleva raggiungere un nuovo livello. Aveva immaginato una storia, con tanti protagonisti, che fosse durata una lunga notte d’estate.
Il desiderio di andare lontano, di irrompere nella vita adulta, fatta di romanticismo e morte era: una wild side of the road che guardava ai film di John Ford e al wall of sound di Phil Spector, e prendeva contemporaneamente le distanze da Dylan e Van Morrison ai quali spesso l’artista era stato paragonato. “Stavo suonando la chitarra sul mio letto quando d’un tratto le parole di Born to Run mi vennero in testa. Pensavo si trattasse del nome di un film o di qualcosa che avevo visto mentre guidavo. Mi piaceva la frase perché suggeriva un dramma cinematografico che si adattava perfettamente alla musica che avevo in testa per quelle parole”, disse il musicista.
Il brano è stato inserito alla posizione n°21 della classifica delle 500 migliori canzoni della storia stilata dalla rivista Rolling Stone.

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