È uscito ieri 28 maggio Cedrus Libani, l’album d’esordio degli HackOut!, trio base-less che si snoda su Pavullo nel Frignano, Chioggia e Carpi. Un Cerbero musicale i cui punto di arrivo e punto di partenza hanno lo stesso profilo.
È infatti al conservatorio F. Venezze di Rovigo che la passione e lo studio del jazz di Riccardo Cocetti (batteria), Luca Zennaro (chitarra) e Manuel Caliumi (sax) sono collimati fino alla nascita del progetto HackOut!, ora alla sua prima raccolta di inediti. Cedrus Libani non tradisce il mantra dei tre musicisti, anzi, ne dà voce nella maniera più genuina: l’interplay, la sperimentazione timbrica e l’organica improvvisazione musicale del trio sono qui manifesto essenziale, urlato a pieni polmoni senza il bisogno di una sola parola. È qui che riposa la forza del gruppo, la sinergia che rende fluido e necessario anche un album jazz apparentemente ostico. Ma di ostico non c’è nulla, e vi spieghiamo il perchè.

Cedrus Libani
Cedrus Libani è il primo lavoro di studio degli HackOut!, una raccolta di sette brani inediti distribuita dall’etichetta inglese SLAM. Un primogenito che nasce dagli studi condivisi dai tre nei più validi conservatori del nord Italia, fino all’incontro tra le mura amiche del F. Venezze. Dire però che l’album è del tutto tricolore sarebbe ingiusto, troppe le influenze musicali e le esperienze maturate in alcune delle più importanti culle del jazz mondiale.
Una commistione di tendenze, approcci armonici e differenti timbriche che in Cedrus Libani balla (o in questo caso, suona) con sinuoso equilibrio. La prima traccia, Exp 3, contestualizza lapidariamente tutto ciò che stiamo scrivendo. Un brano intrigante, misterioso, che cresce con l’ascolto in un climax in cui i tre strumenti si rincorrono senza però volersi davvero mai raggiungersi.
La degustazione sonora continua con lo scorrere delle tracce. Ingiusto non parlarvi di Please, try again, della sua batteria incalzante che detta i tempi ed ordina il flusso dell’improvvisazione fino allo stacco sul finale, in cui cambia armonia, atmosfera e panorama intero. Insensibile non citare Yesterday, arrangiamento in chiave HackOut! notevole che plasma, trasforma, rilegge il successo Beatles in un’alchimia sonora tutta nuova. Criminale poi non raccontarvi di On Off, brano giocoso in cui gli strumenti dialogano in modo accesso e frenetico, intreccio armonico che cavalca i ritmi più alti della raccolta. La traccia preferita della redazione.
Vi abbiamo parlato di come in HackOut! punto di arrivo e punto di partenza perdano ogni sorte di distinzione, ed è notevole vedere come lo stesso concetto di equilibrio, organicità e passione per la musica si rispecchino anche nell’album. Cedrus Libani si conclude con Roots, un brano potente ed avvolgente che rappresenta l’ideale chiosa per l’esperimento sinestetico. Quel “..buona questa” a fine registrazione è sintesi perfetta per l’intera raccolta.
Consci del fatto che le nostre conoscenze jazz e in questo tipo di esperienza musicale sono ben lontane dal poter essere attendibili, siamo stati ben felici di aver avuto la possibilità di ascoltare anticipatamente i sette brani dell’album. Un album che, proprio come la sinergia dei tre musicisti, va goduto nel suo luminoso equilibrio. Non siete convinti? Non vi resta che ascoltare Cedrus Libani.
HackOut!
HackOut! è un progetto costituito da giovani musicisti provenienti da Emilia Romagna e Veneto:
– Manuel Caliumi: alto sax
– Luca Zennaro: chitarra
– Riccardo Cocetti: batteria
Manuel Caliumi
+39 3345414986
Luca Zennaro
+39 3466045338
Riccardo Cocetti
+39 3312249836
HackOut!
https://www.instagram.com/hackouttrio/

Nasce nel 1993 con tutte e due le mani, soddisfacendo l’unico requisito per poter scrivere per RRM. Non il blogger di cui avete bisogno ma quello che meritate.