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Edodacapo e Tutti i musei che non abbiamo visto dopo una storia finita

Il 16 aprile è uscito Tutti i musei che non abbiamo visto, il secondo singolo di Edodacapo. Prossimamente uscirà anche un video della versione acustica suonata live.

Cosa rimane quando una storia finisce?

Dopo aver sorpreso tutti con Mille Cose, Edodacapo torna con il suo secondo singolo Tutti i musei che non abbiamo visto, distribuito da Artist First. Il brano è prodotto da Pietro Paroletti (Colombre, Gregorio Sanchez, Adelasia, Elasi) e la batteria è di Francesco Aprili.

In questo brano, l’artista ripercorre una storia finita, pensando ai momenti in cui lui e la persona amata stavano ancora insieme. Ma cosa resta ora? Oltre alla nostalgia, rimangono i rimpianti per ciò che non si è fatto, per “tutti i musei che non abbiamo visto”. Quando una storia finisce, ognuno porta inevitabilmente con sé un bagaglio emozionale e una serie di ricordi e di esperienze vissute. Ma tutto ciò non è tangibile e con il passare del tempo svanirà lentamente. Ciò che di visibile resta come testimonianza di una storia sono i regali. Queste porte d’accesso a un mondo di ricordi portano alla mente l’affetto e i piccoli gesti che si fanno per una persona quando si è innamorati.

L’artista stesso afferma che:

Dire di volersi bene a volte non basta. Spesso abbiamo bisogno che ci venga dimostrato. Non da grandi cose, ma da piccoli gesti: un fiore, una sorpresa sotto casa. Ci dimentichiamo che volere bene a qualcuno significa farlo stare bene. E quindi stiamo male, perché non riceviamo le attenzioni che vorremmo, l’amore che meriteremmo. Ma allora, come si fa a dire di aver voluto bene? È difficile stabilirlo. Man mano ci si allontana e allontanandosi i ricordi sbiadiscono, i progetti vanno in mille pezzi. Ciò che rimane, è quel peluche che ti hanno regalato. Perché alla fine, ciò che resta, sono i regali ricevuti, che porterai ovunque. E ovunque e per sempre, ti faranno ricordare di quei momenti.

Tutti i musei che non abbiamo visto

Se si è reduci da una storia finita, Tutti i musei che non abbiamo visto di Edodacapo è un bel pugno dritto nello stomaco, perché porta a galla tutti i rimpianti e la malinconia che si hanno dopo una rottura. Ma nel brano, questo amaro dolore alla fine è anche un po’ dolce e viene cullato e accarezzato nelle riflessioni infinite di una giornata passata a letto.

Il brano è accompagnato da una morbida chitarra acustica, che scioglie un po’ quel nodo in gola provocato dalla malinconia. Il sound è molto contemporaneo, ma si rifà anche all’indie di qualche anno fa, dove chitarra e voce del cantautore regnavano sovrani.

Edodacapo Tutti i musei che non abbiamo visto

Edodacapo

Edodacapo è Edoardo Trombettieri, cantautore tarantino classe 1996 attualmente a Forlì. Negli ultimi anni ha pubblicato un album in italiano con un gruppo indipendente e un EP in inglese da solista, prodotto da lui in prima persona all’estero circa un anno e mezzo fa e grazie al quale ha ottenuto un contratto con una casa discografica londinese. Dopo l’esperienza da busker per le strade di Salonicco e Bologna, ora è pronto a iniziare un’avventura totalmente nuova, scrivendo da solo in italiano, per la prima volta. A precedere Tutti i musei che non abbiamo visto, c’è stato il singolo d’esodio di Edodacapo: Mille cose.

Edodacapo è chi non dorme mai, è l’ansia del domani, l’incertezza del futuro.

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