Quasi mai di Giorgio Moretti è un album vintage e moderno come il suo autore. Giorgio Moretti con il suo basco francese trasforma Roma in una malinconica Parigi con brani senza tempo, che abbracciano simultaneamente presente e passato.
Quando ho conosciuto Giorgio Moretti ho percepito la sua aura gentile da ventiquattrenne che ama la semplicità e plana sulle cose con la leggerezza tipica della gioventù. Tuttavia, dietro a questa scorza sottile, si nasconde una voce graffiata che trasmette un gusto agrodolce simile a quello di una fragola poco matura. Così come la sua personalità ambivalente, Quasi mai, è un album che si scopre a strati, attraverso un gioco di contrasti tra realtà e finzione, in cui gioia e dolore si mescolano, producendo un senso di sublime perdizione dentro la musica.
Quasi mai di Giorgio Moretti ci racconta il tramonto dell’adolescenza e l’inizio di una nuova Alba, come il titolo del primo brano. Le illusioni lasciano il posto all’ingresso nell’età adulta, in cui le sfumature svaniscono e i contorni dei sogni diventano così nitidi da trasformarsi in realtà. Nonostante la giovane età, Giorgio Moretti dimostra di sapersi destreggiare tra ingredienti diversi: dalla melodia pop all’elettronica leggera, passando per testi mai banali e contemporanei.
Dopo Radical Love, brano con cui, lo scorso dicembre, l’artista è stato selezionato tra le nuove voci che hanno trovato spazio nel programma Esordi su Rai Radio2, esce Serio?!. I due singoli preludio all’album Quasi mai, seppur diversi tra di loro, sono la stessa medaglia di un intero. Se Radical Love è una poesia d’amore letta ad un caffè davanti alla Tour Eiffel, Serio?! prende la malinconia e la trasforma in un brano ironico, che strizza l’occhio alla disco music e al funky.
Che cos’è Quasi mai? È l’Idra di Lerna, l’essere mitologico a 9 teste, immortale e auto rigenerante. Proprio come la musica di Giorgio Moretti: poliedrica, senza tempo e mai uguale a sé stessa.