Fra i 18 e i 20 anni ero solito saltellare fra un sito di streaming musicale e l’altro, cercavo continuamente nuova musica da ascoltare.
Un giorno trovai casualmente questo Dj che, durante una live session, inviò nella chat un link di un suo Dj-set pubblicato sulla piattaforma SoundCloud. Quel mix era pieno di canzoni nuove, mai sentite, tutte bellissime. Fra questa una in particolare mi spinse ad indagare sull’artista: la canzone era Bass Cannon di Flux Pavilion.
Oggi Joshua Steele (in arte Flux Pavilion) è un artista che non ha bisogno di alcuna presentazione. Dopo il suo debutto nell’ormai lontano 2009, è riuscito a costruirsi un’incredibile fama. È noto a molti come colui che ha contribuito a far diventare la Dubstep il genere conosciuto che è oggi.
Flux Pavilion, nonostante i continui cambiamenti di questo nuovo e complesso genere musicale, è sempre riuscito a rimanere al passo con i tempi. Questo ha significato per lui in più situazioni dover “sacrificare” i suoni caratteristici della sua musica, permettendogli però al contempo un costante aumento di fama e notorietà.
“Flux è il flusso dell’energia, mentre Pavilion (padiglione) è il luogo dell’intrattenimento, quindi significa Energia nel club“. Così Joshua ha spiegato in un’intervista il significato del suo nome d’arte.
Oggi possiamo tranquillamente affermare che non avrebbe potuto scegliere un nome più azzeccato. Quando Flux Pavilion sale in consolle l’atmosfera cambia fin dalla prima canzone: nonostante risulti tranquillo e composto, sul palco riesce sempre a caricare incredibilmente il pubblico con suoni forti ed energici. Io personalmente quando ho assistito per la prima volta ad un suo live sono rimasto a bocca aperta. Le sue performance sono accompagnate da uno spettacolo di luci mozzafiato che trasformano la serata in un’esperienza musicale unica.
Negli anni sia la Dubstep in generale, che anche la musica di Flux Pavilion, sono cambiate incredibilmente, ma l’etica alla base è rimasta sempre la stessa. Proprio per questo motivo ho pensato di portarvi oggi una sua canzone “datata” che però rappresenta perfettamente lo stile di Joshua.
Prodotta l’11 Ottobre 2011 e contenuta nell’album Lines In Wax ecco a voi I Can’t Stop.

Una volta Christopher McCandless disse che la felicità è reale solo quando condivisa….beh, la musica mi rende felice, quindi perché non condividerla?