F.U.L.A. e il suono fresh del Senegal in Sabar portano novità e musicalità nel panorama trap italiano.
L’artista
Cosa hanno in comune il Ministro del turismo e della cultura in Senegal e un giovane ragazzo classe 1993? La risposta è tanto semplice quanto banale: la passione per la musica.
Il Ministro senegalese è tale Youssou N’Dour, uno dei più famosi cantanti africani. Il ragazzo è Oumar Sall, in arte F.U.L.A. I due sono legati non solo dalla terra d’origine, ma anche dalla musica. Oumar ha infatti deciso di iniziare il suo percorso artistico dopo essersi innamorato delle sonorità di Youssou.

Con un passato da breakdancer, F.U.L.A. inizia a comporre le sue prime rime in giovane età. Cresciuto a Cosenza, dopo essere passato per la Francia, ultimo di 12 figli, decide di spostarsi prima a Piacenza per giocare nella squadra giovanile di un team di Serie A e poi a Milano, per meglio coltivare la sua passione musicale. Nella sonorità di Oumar ritroviamo stili diversi, che si legano e si fondono insieme mostrando il passato multiculturale dell’artista: Blues, Raggae, Rap, Trap, Soul, Rock, Pop e Jazz. Il nome F.U.L.A. invece è stato appositamente scelto per omaggiare l’etnia di origine senegalese dalla quale proviene: i Fulani.
Molto attivo nel sociale, Oumar ha creato con un amico l’associazione Africa 1, impegnata ad aiutare i ragazzi stranieri a muoversi nel labirinto della burocrazia italiana e ad aiutare chi è senza casa.
Il nuovo singolo Sabar
Dopo aver pubblicato il brano Maldafrica, con tanto di video diretto da Megan Stancanelli e girato nei luoghi più scenografici del Senegal (Gorée, Pikine, Guédiawaye, il deserto di Lopoul, Dakar e il Lago Rosa), che ad oggi conta quasi 100 mila visualizzazioni, F.U.L.A. torna il 29 maggio pubblicando il video del singolo Sabar. Il videoclip, girato nella sua terra d’origine, si mostra perfettamente in linea con il testo della canzone.
Le immagini trasmettono in maniera vivida l’amore per l’Africa, permettendo all’ascoltatore di immergersi completamente nelle parole di Oumar, tanto che a tratti sembra quasi di essere lì con lui e di percepire sapori e odori del Senegal. Sabar, a differenza di Maldafrica, più che di denuncia sociale, racconta di uno stato africano che ha voglia di rivalsa. Moderno e abitato da giovani volenterosi e consci delle loro capacità, il Senegal è molto più di quello che si può pensare e F.U.L.A., con Sabar, riesce perfettamente nell’intento di raccontarlo.
Il titolo Sabar riprende le danze tipiche, i colori e le musicalità senegalesi che si possono respirare tra le strade dei villaggi e che, grazie a F.U.L.A., riusciamo a respirare anche nelle nostre camere, davanti a un pc.
La musicalità di Oumar ricorda molto quella di un altro suo connazionale arrivato in Italia da Dakar. Stiamo parlando di Abe Kayn, un giovane italo-africano che vanta collaborazioni con diversi big della scena italiana (vedesi Jake La Furia).

Le sonorità sono molto simili, ma, il più delle volte, i temi sono differenti. Tra i due, F.U.L.A. risulta sicuramente il più impegnato nel sociale.
Alla regia del videoclip di Sabar troviamo nuovamente Megan Stancanelli che, come per Maldafrica, ha scelto la location dell’isola di Gorée, anche nota come l’isola degli schiavi.
Grazie ai beat a metà tra Afro e Trap e a sfumature dettate da altri stili musicali, i brani di F.U.L.A. stanno prendendo sempre più piede tra i giovani italiani. Chissà, magari un giorno vedremo lui e Abe Kayn collaborare nella realizzazione di un inno al Senegal.