Pubblicato dalla casa discografica giamaicana Randy’s Records nell’anno 1972, il singolo King of Babylon di Junior Byles – detto anche King Chubby – è un inno dedicato all’amore, all’unità e soprattutto all’idea che solamente il “righteous man” – l’uomo di virtù – infine possa trionfare.
I VINILI DI FLO | EPISODIO 1 – Radio RoMarti su Vimeo.
Byles nasce nella città di Kingston e cresce nel quartiere-ghetto di Jonestown. Intorno alla metà degli anni ’60 conosce il produttore e DJ Lee “Scratch” Perry, con il quale collaborerà in seguito per la realizzazione del suo singolo King of Babylon.
Fervente rastafariano, riporta nelle sue canzoni i temi predicati da Marcus Garvey – leader del movimento politico-religioso del Rastafarianesimo.
La forte fede del musicista lo porterà, nella metà degli anni ’70, a tentare il suicidio in seguito alla morte di Haile Selassie I – considerato dagli aderenti del movimento come il nuovo Messia, la seconda incarnazione di Jah; il Dio Supremo venuto per liberare le popolazioni dal male, in primis la popolazione nera.
Il singolo
Le tematiche sopraesposte sono interamente presenti nel testo del singolo: qui Junior Byles si oppone ai tanti “King of Babylon” – “Re di Babilonia” – che vanno e vengono; che in fondo sono tutti uguali sapendo portare solo dolore, divisione e morte.
Sì perché, secondo la teologia del movimento rasta, il termine Babilonia, che nella Bibbia è il luogo della cattività babilonese, identifica metaforicamente il mondo occidentale basato sul denaro. Il sistema economico, la cultura e il linguaggio imposti da questa società (o per meglio dire, la nostra società) oppressiva vengono messi in contrapposizione con Zion, la Terra Promessa, la patria ancestrale (identificata poi con l’Etiopia), a cui il popolo di Jah desidera tornare e con nostalgia aspetta il giorno in cui vi sarà accolto.
Sicuramente la musica giamaicana – nelle sue varianti Kumina, Mento, Jazz, Ska, Rocksteady, Skinhead reggae, Early Reggae, Reggae Roots, Dancehall ecc. – porta con sé un messaggio religioso molto forte e personalmente lo considero un grande patrimonio dell’umanità in quanto costituisce un esempio, tra i tanti possibili, di come l’amore e la fede verso qualcosa di più grande possano dare vita a tesori immensi (c’è chi costruisce Chiese per amore di Dio; c’è chi crea arte e musica).
Che si voglia o meno condividere il messaggio rasta politico-religioso è del tutto a discrezione personale; ma non c’è alcun dubbio che l’idea di vivere nell’essenza del “One love / One heart / One soul” è condivisibile; è un sentimento che tutti vorremmo sentire più vivo e prossimo soprattutto nei momenti difficili come questo.
Chi non vorrebbe un mondo più equo, più semplice, più vero? Questa canzone da sola non potrà darcelo, ma ci regala quel sentimento che può ribaltare il mondo: questo sentimento si chiama Speranza.
Testo di King of Babylon di Junior Byles:
One love / One heart / One God / One soul
It’s only righteousness / Shall stand
It’s only righteous man / Must stand
Clean hands / Pure in heart / That’s what we want
It’s only righteous man / Shall stand
I recognise king of Babylon / Spreading dead in a sad time
I saw them come / I saw them go
I saw them come / I saw them go
I saw them come / I saw them go
I recognise the King of Babylon / Spreading dead in a sad time
I saw them come / I saw them go
It’s only righteous man / Shall stand
And all the wicked man / Must fall
I saw them come / I saw them go
I recognise the King of Babylon / Spreading dead in a sad time
I saw them come / I saw them go
I saw them come / I saw them go

Corrispondente estera di Radio RoMarti: ho sparso semi a Berlino, ora crescono radici underground. Ricercatrice e bioartista per la protezione dell’ambiente; Dub Master per passione; Nyabinghi per vocazione.