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Il video di Gianna Nannini provoca l’ira dei poliziotti, raffigurati come maiali

In questi ultimi giorni sta impazzando una polemica, soprattutto tra le forze dell’ordine. Sotto accusa troviamo il video della canzone L’aria sta finendo di Gianna Nannini, che raffigura alcuni poliziotti con teste di maiali, che commettono azioni violente.

Il video e le polemiche

Il singolo L’aria sta finendo, uscito a metà dicembre, sta facendo parecchio discutere a un mese dalla sua uscita. Il motivo della polemica sono alcune immagini contenute nel video, diretto da Luca Lumaca, con le animazioni di Michele Bernardi. Infatti, nei primi secondi, appaiono scene in cui sono presenti poliziotti con facce di maiali. Questi, picchiano ragazzi di colore indifesi e per terra o sono in tenuta antisommossa, con tanto di manganelli e fucili. Siccome la divisa dei poliziotti-maiali ricorda molto quella italiana, i sindacati di polizia se la sono presa con Gianna Nannini. Questi ritengono, infatti, che queste immagini siano offensive, in quanto “inaccettabili, ingiuriose e che istigano all’odio sociale”. Ritengono quindi, che l’artista debba porgere le sue scuse.

Infatti, secondo loro, in questo modo la divisa della polizia e chi la indossa vengono screditati, insieme alle istituzioni che questa rappresenta e difende. Queste accuse della cantante vengono ricondotte all’operato svolto dalle forze dell’ordine durante la pandemia, quando invece loro stavano solamente svolgendo il loro dovere per evitare il propagarsi dei contagi. Questa raffigurazione dei poliziotti come maiali da parte di Gianna Nannini è ritenuta offensiva e molto diseducativa, soprattutto per i giovani, in quanto messaggio di sfiducia e odio verso la Polizia.

Le scuse e la spiegazione del video

La cantante si è scusata più volte per il fraintendimento, sia sui social che in televisione, spiegando il vero significato del video. È vero che ad aprire il filmato ci sono poliziotti rappresentati come maiali, afferma Gianna Nannini, però di seguito vengono elencati tutti i principali mali del mondo d’oggi. Né lei né il suo entourage avevano intenzione di offendere le forze dell’ordine e le divise che questi rappresentano. Il video è una condanna, tra le altre cose, verso le violenze e gli abusi di potere in generale e non voleva esserci nessun riferimento alla polizia italiana.

Queste le sue dichiarazioni su Twitter:

Gianna Nannini poliziotti maiali

Anche Luca Lumaca, scrittore e direttore del video, ha chiarito che il videoclip di L’aria sta finendo non voglia istigare alla violenza, ma anzi, la voglia condannare. Il post sul profilo Instagram della cantante smentisce ogni accusa:

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Nel video di Gianna Nannini è presente l’allegoria dei poliziotti rappresentati come maiali, ma questa non è assolutamente una cosa nuova. Si pensi per esempio a La fattoria degli animali di George Orwell, al Commissario Winchester dei Simpson e ad altri. Tra i tanti, sono presenti anche riferimenti ad Arancia Meccanica. Tutto ciò non ha come scopo quello di condannare la polizia in particolare, ma il potere politico repressivo in generale.

Probabilmente l’intento artistico era quello di denunciare il caso di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto che lo ha soffocato per strada. Questo episodio ha provocato proteste per mesi negli Stati Uniti, nelle quali la comunità nera manifestava contro la polizia, accusandola di metodi brutali.

Il significato della canzone

La canzone, dall’inconfondibile stile “Gianna Nannini” e dal suono rock internazionale, parla d’amore e della necessità di cambiare le nostre abitudini di vita prima che l’aria finisca. Quindi, l’artista non punta il dito sulle forze di polizia, ma sulla società che da tempo ha perso la sua armonia.

La canzone parla di animi inibiti, di voglia di liberarsi da ciò che è tossico per il cuore, seppure si senta la necessità di restare uniti all’altra persona.

Questo brano fa parte di La differenza, il diciannovesimo album di Gianna Nannini. Qui, sono contenute dieci tracce “che bruciano di un fuoco puro e antico ma suonate in epoca digitale”, come lei stessa le ha definite.

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