Matt Berninger colpisce ancora con Distant axis, nuovo singolo tratto dal suo imminente album solista.
Se Serpentine prison, uscito appena due mesi fa, si è rivelato un bel brano, Distant axis è un colpo di fulmine musicale: quattro minuti di poesia che cullano dalla prima all’ultima nota. Un’armonia nuova e inaspettata che, pur ispirandosi ai The National, inizia ad avere sfumature più personali e proprie a Berninger.
Matt Berninger, in un brano come Distant axis mostra più che mai la sua nuova identità come solista e non solo come frontman dei The National. Sembra essere il suo modo di dire “non voglio etichette”. E lo fa egregiamente, con quattro minuti di semplicità e bellezza. Godiamocelo insieme.
La storia di Distant axis
Scritto a quattro mani con Walter Martin dei The Walkmen, Distant axis nasce dall’incontro tra i due musicisti, avvenuto ben quindici anni prima. In quel periodo i The National aprirono una serie di date per The Walkmen nel sud-est degli Stati Uniti, rimanendo in ottimi rapporti con Walter Martin.
Da uno scambio di idee tra Walter e Matt uscì fuori Distant Axis, inizialmente nata come uno schizzo di Walter Martin dal titolo Savannah. Il brano raccontava di quando si perde di vista qualcuno o qualcosa che si pensava sarebbe rimasto con noi per sempre, quale può essere una persona, un oggetto e un luogo. Da cui la chiave fortemente evocativa delle distanze di Distant axis.
La struttura: una “geometria” di emozioni
Se la nuova canzone di Matt Berninger si intitola Distant axis evidentemente ci sarà un motivo. La struttura del brano è già di per sé una perfetta “geometria”: non spigolosa come un trapezio, ma armoniosa e lineare proprio come un asse.
Dalla chitarra iniziale alle tastiere, passando per le ovattate percussioni, questo “asse lontano” si avvicina sempre di più all’ascoltatore, trasportandolo in un labirinto di forme morbide e in perfetto equilibrio.
La carriera solista di Matt Berninger sembra avere uno spiccato gusto per le “geometrie in musica”. Quest’anno il baritono aveva già inciso Holes, cover dei Mercury Rev che tra liriche, sound acustico e crescendo musicale ha molto in comune con Distant axis.
Holes, dug by little moles,
angry jealous spies, got telephones for eyes,
come to you as friends,
all those endless ends.
In perfetto stile Berninger, il testo di Distant axis è poetico, enigmatico, dalle molteplici interpretazioni ma soprattutto “geometrico”. La definizione perfetta che potrei dare a questo brano è proprio “geometria di musica ed emozioni”. Ogni dettaglio di Distant axis, dalle liriche fino al videoclip, sembra seguire questo evocativo asse lontano che, in base alle prospettive, ci allontana o avvicina ad una persona o un luogo.
Nel videoclip, poetico e suggestivo come il brano, Matt Berninger appare senza gravità, come in levitazione e rotazione intorno a un proprio asse. In quell’istante, il refrain di Distant axis accompagna perfettamente il momento, quasi combaciando:
If only you, if only you would come
Around the distant axis
I would do whatever you wanted me to
If only you, if only you would come
Around the distant axis
I feel like I’m as far as I can get from you
Mancano ancora tre mesi all’uscita dell’album ma il sad daddy Matt Berninger non smette di sorprenderci con queste piacevoli anteprime.
Viste le premesse, a Ottobre si prevede una gradita sorpresa che potrebbe mandarci in loop, o meglio, proiettarci verso un infinito distant axis.

Casertana d’origine, expat per scelta. Biologa, cantante per diletto, animale notturno concerto-dipendente e frequentatrice compulsiva di aeroporti.