L’artista toscano, all’esordio solista, produce dieci tracce in cui condensa vita, speranze e paure, a metà fra cantautorato e sperimentazione.
Elia Vitarelli, già membro dei Fiori Di Hiroshima, lancia il suo nuovo percorso con la giovanissima Pulp Dischi, nell’intento di portare alla luce quanto più possibile la complessità del suo animo, il suo modo di vedere e vivere il mondo.
Suono e mood
Tōru costruisce il suo Domani di suoni densi, impregnati di fumo, che accompagnano l’ascolto e quasi lo guidano, in un percorso intimo che ci porta alla ricerca di quel futuro in cui tutto è destinato (o almeno si spera) a cambiare e a migliorare. I brani sono una commistione di molteplici influenze che gli permettono di sfruttare sia strumenti e toni più canonici o classici – come la chitarra che pervade ogni traccia, quanto interessanti alternative elettroniche che portano il tutto in una dimensione di ricerca più specifica.
È così che incontriamo, allora, suoni che fanno pensare a Iosonouncane, come nel brano d’apertura, Soli ormai vero punto di riferimento nel nostro panorama musicale per chiunque si approcci alla musica con un’attitudine più sperimentale.
E sarà forse la Toscana, ma è percepibile, almeno in sottofondo, l’influenza di Lucio Corsi, personaggio estraneo alle logiche dell’itpop, tutto riverso in sé stesso e nel proprio immaginario. Questo, probabilmente, il tratto che accomuna maggiormente Tōru e il suo Domani all’autore di Freccia Bianca. Un immaginario forte, molto ben caratterizzato, a volte quasi preponderante e inevitabilmente centro di ogni influenza in un’opera come questa.
Nello specifico
Al primo ascolto il disco appare vario e strutturato, complice una varietà di riferimenti e stili, segno del fatto che l’artista sta cercando la propria strada, ma con intelligenza sperimentando e ponderando ogni strada possibile.
Ecco allora che Tōru nel suo Domani riesce a inserire suoni sperimentali (come già detto) vicino a walzer leggeri e malinconici (come in Lady Paranoia), passando poi ai ritmi quasi bossa nova di Rebus – decisamente la mia preferita. Approda infine a un pop-rock elettronico ne Il Vento dove, in coda al brano, trova anche il tempo per fare quella che sembra una citazione a Paul McCartney in Come Together.
E anche se fa un po’ paura andarsene da qui, sempre meno spaventoso che vivere così
È con Domani, la title track, che Tōru chiude il suo disco d’esordio, cantando tutta la sua speranza, che giorni migliori sono sempre possibili.
L’augurio
Un disco complesso, ricercato, che lascia un ampio margine a un artista che ha voglia di crescere e tutte le carte in regola per farlo. Un artista che sa muoversi con consapevolezza fra stili diversi, senza perdere nulla della propria peculiarità. Tōru e il suo Domani appaiono come un’ottima possibilità sulla quale investire, nella speranza di poter vedere dal vivo un lavoro che promette un grande spettacolo sul palco.