Ci hanno conquistati nel 2020, ci stanno sorprendendo nel 2021. Ad appena un mese dalla pubblicazione di What has happened to your face?, il 26 marzo i Caramel Sons tornano con Last Goodbye, anch’esso parte del loro primo album Jean Jacques Jugaad.
Last Goodbye, una ballad “con del carattere”
Last Goodbye, ballata dai suoni morbidi e ovattati, rievoca molto il sound di Gentilly e soprattutto di Pondercherry, precedenti lavori dei Caramel Sons. Ma riprendere e riadattare un vecchio stile non significa necessariamente “non rinnovarsi”, di sicuro non per i Caramel Sons.
La loro promessa artistica per il 2021 sarebbe stato un album all’insegna della sperimentazione, ed il duo parigino sta tenendo fede alle sue intenzioni. Come il precedente singolo What has happened to your face?, anche Last Goodbye brilla per originalità, ritmo e spessore. Insomma, ha qualcosa in più rispetto alle ballads tradizionali.
Malinconico, sognante e piacevolmente rétro, Last Goodbye è una canzone che conquista al primo ascolto, complice anche la voce intensa e pulita di Abhishek Joshi e l’originale videoclip in bianco e nero, che ci proietta in una Berlino di altri tempi. Un brano “al caramello”, rilassante e piacevole, con vocalizzi e melodie che rievocano un po’ gli Oasis, in parte anche i Beatles. In alcuni passaggi la voce di Abhishek ricorda addirittura il grande Jeff Buckley, che a suo tempo ha interpretato un brano omonimo. Pura casualità o magari un delicato omaggio a Buckley?
Altra curiosità su Last Goodbye è che non si tratta di un’opera recente, ma risalente già al 2010. È stato infatti uno dei primi brani mai scritti da Abhishek, voce e songwriter dei Caramel Sons. L’intervento di Matthias Wagner nell’aggiungere musica, arrangiamenti e “caramel sounds” ha poi fatto sì che le parole di Last Goodbye diventassero una vera e propria canzone. Quando si dice che l’unione fa la forza.
Come per ogni lavoro dei Caramel Sons, Last Goodbye è una canzone che sorprende e in cui nulla è lasciato al caso. Viste le convincenti premesse, il primo LP della band, Jean Jacques Jugaad, si prospetta come un lavoro estremamente interessante.

Casertana d’origine, expat per scelta. Biologa, cantante per diletto, animale notturno concerto-dipendente e frequentatrice compulsiva di aeroporti.