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Le origini del movimento punk, i Sex Pistols – 2° puntata

La scorsa settimana abbiamo esplorato le vicende e la nascita di uno dei gruppi Punk che più hanno influenzato la cultura popolare mondiale.

Oggi cambiamo continente e andiamo in Europa, più precisamente in Inghilterra (UK). Se il disagio giovanile americano viene partorito dal Queens e dalle periferie urbane, quello inglese vede la luce tra sexy shop e controcultura fetish. Per le origini del movimento Punk here’s Sex Pistols!

Un certo Malcolm McLaren, il proprietario di un negozio di abbigliamento sadomaso, decide un giorno di organizzare un provino con lo scopo di metter su una band e dare maggiore visibilità alla sua impresa. Molti sono i giovani a presentarsi all’evento, ma tra tutti, uno in particolare spicca su tutti: John Lydon. Un ragazzino che inizia a cantare in playback un brano degli Who al jukebox. Le movenze epilettiche del giovane impressionano McLaren, che decide di farne il baluardo del proprio progetto. Quel ragazzino diventerà Johnny Rotten (il marcio, a causa della sua dentatura putrida e cariata) cantante e scrittore dei Sex Pistols.

La leggenda narra che i Sex Pistols rubarono i loro primi strumenti musicali e li portarono nella propria sala prove, iniziando sin da subito a comporre brani inediti (In realtà non ci sono vere e proprie documentazioni riguardanti la vicenda).
I Sex Pistols nascono immediatamente come fenomeno provocatorio ed esplosivo nel Regno Unito di metà anni settanta. La prima formazione vedeva al basso Glen Matlock in seguito allontanato dalla band per il validissimo motivo quale “si lavava i piedi”. Ad usurpare il suo ruolo all’interno del gruppo arriva Syd Vicious. I reali motivi della decisione sono prettamente legati all’immagine che avrebbe potuto acquisire la formazione Inglese, ingaggiando Syd nel proprio entourage. Syd era selvaggio, esplosivo, senza freno ed incarnava in sé la più pura essenza della ribellione giovanile dell’epoca. Aveva un solo difetto: non sapeva suonare il basso. La band provò diversi escamotage pur di tenere Syd sul palco. Tra altri bassisti dietro le quinte a suonare al posto suo e l’amplificatore del suo basso spento. Ma nonostante ciò, Syd e la sua presenza portarono oltre il concetto della musica il Punk, che divenne una “moda”, uno stile di vita.

La Londra di quei tempi era continuamente soggetta a blackout, la città era invasa dai topi e la classe operaia pativa le condizioni precarie delle fabbriche nelle quali lavoravano migliaia di persone scarsamente retribuite. In tutto ciò, sia lodata la Regina. I Sex Pistols, assorbono tutto lo scontento della popolazione e lo disputano sotto forma di sputi musicali contro il governo e il perbenismo dell’alta società.

Le prime uscite discografiche

Nel 1977 esce NeverMind the Bollocks, contenente anatemi Punk tra cui Anarchy in the UK, God Save the Queen, Bodies e Submission.
Le etichette discografiche ed i promoters, in un primo momento entusiasti per il fenomeno Sex Pistols, cambiarono idea dopo che la band si esibì su un battello navigando le rive del fiume circostante a Buckingham Palace eseguendo proprio God Save the Queen e altri pezzi Anarchici contro le istituzioni inglesi. Vennero cancellate molte date della tournée, la EMI allontanò la band che divenne il veleno del Regno Unito. Johnny Rotten affermò in un’intervista: “God Save the Queen, non è un brano che va contro il nostro paese. È un brano che esprime il nostro disagio e abbandono. Noi adoriamo il paese e non possiamo vederlo così ridotto!

Per le origini del movimento Punk e dei Sex Pistols, continueremo settimana prossima, tra aneddoti e continuazione della loro vita. Poi arriverà qualcosa su Syd Vicious. Ma per oggi è tutto.

Saluti anarchici

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