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Liberi, Scortesi e vita da rockstar

Parto con un luogo comune: la forza numero uno della musica è riuscire ad accomunare mille e più anime che non avrebbero altro modo di “scontrarsi” e “conoscersi”.

Stavolta gli Scortesi sono più Liberi e meno severi del solito, o meglio, rimangono incazzati come sempre ma hanno un’energia più reale, più vicina a tutti noi. Non c’è affettazione nelle loro parole, solo verità.
C’è ricerca negli strumenti – i “chitarroni” che cercano spazio nel mix e le chitarre più melodiche che tagliano in due la traccia; i feel di batteria dinamici; il basso sempre presente – ma il testo è puro, malinconico, vero fino dentro le viscere di Marco.
Quel civico 32 che potrebbe essere l’indirizzo di casa di noi tutti e le 8 ore di lavoro per arrivare a cosa? In che modo? In che anno? In quale vita?

Meno male che s’è alzato il vento degli Scortesi che ci aiuta a sentirci Liberi. E poi dimmi che riesci ad ascoltare il ritornello senza cantarlo.

Gli Scortesi sono Marco Curti (voce, chitarra), Francesco Oliva (basso),
Tommaso Orioli (batteria) e Matteo Polci (chitarra), il loro progetto poggia le fondamenta nel 2015 ma si stabilisce soltanto nel 2020, affondando le radici del loro sound nel Jangle Pop anni ’80 e nel rock di Manchester degli anni ’90.
I quattro si svegliano ogni giorno col disappunto di non essersi ancora sciolti; fortunatamente amano la musica a tal punto da continuare a farla insieme.

Dopo i primi singoli Amsterdam e Fosforo gli Scortesi pubblicano Liberi, brano presentato alle Mura Club il 10 dicembre 2021.

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