Tratteggiare in breve l’onnipresenza cross-mediatica della pop star per antonomasia getterebbe una luce impietosa su tutte coloro che pensano che una bella presenza, una voce graziosa e un saperci fare con le parole possa concederti il biglietto per il successo.
Ci vuole più di questo e Miss Ciccone lo sapeva. Da vergine tutt’altro che succinta, a lolita punk, fino a self made woman, Madonna ci ha mostrato quanto la longevità la si conquista con controverso talento, mutevole camaleontismo e una spiccata indole provocatrice.
Sarebbe superfluo, e troppo facile, stilare qui i suoi migliori singoli, quindi procederemo con un breve excursus verso le pazze traiettorie prese da questa incredibile performer.
Breve inciso: devo ammettere che fino alla fine volevo fare un bel dito medio al mio ego di music digger e mettere uno qualsiasi dei suoi successi: Like a Virgin e Material Girl e La Isla Bonita e Papa don’t Preach e Like a Prayer e Express Yourself e Vogue e Rain e… lo so, potrei continuare in eterno. Però alla fine il super-io ha prevalso e con un ghigno ho ripiegato su qualcosa di meno noto.
Una Madonna post-punk
Per capire la portata eversiva di Madonna non vanno considerate solo le presenze fisse ai vertici delle classifiche e nemmeno le copertine sbarazzine conquistate con trovate sempre più audaci.
Piuttosto, bisognerebbe riconoscere quanto il suo seme fosse stato piantato tra la melma dell’underground. Sì, avete sentito bene. Quando una star travalica il suo naturale habitat – che poi ancora non si sa bene dove potrebbe essere collocata una come lei – per prestare la faccia alla copertina del The Whitey Album dei Ciccone Youth.
I Ciccone Youth non sono altro che i Sonic Youth, che giovano a scartavetrare la star degli anni ’80, tutto questo con la partecipazione di Mike Watt dei Minutemen. Il loro album, che si rifà al disco dei Beatles, non può certo essere comparato con nulla dei Fab Four e nemmeno con le perle soniche di Kim Gordon &C. Eppure, tra le righe di un album così disomogeneo, spuntano alcune tracce che potrebbero fare da sfondo a una qualsiasi pista da ballo marziana.
In ginocchio da te
Like a Prayer è stato lo spartiacque della carriera. L’abbandono deciso con la “material girl” di Like a Virgin. Louise Veronica Ciccone depone la maschera e inizia ad aprire le pagine del proprio diario inchiostrate da episodi traumatici come la morte di un amico per AIDS, il rapporto altalenante con il padre, la prematura morte materna fino alla fine del matrimonio con l’attore Sean Penn. Tra le sentite lacrime vi sono anche episodi da novanta. Madonna più Prince significava il meglio che potesse passare per le radio dell’epoca, ma contaminato da quell’endemico rischio di suonare tutto troppo esagerato, visti gli attori in questione.
Invece entrambi giocano per sottrazione, il genietto di Minneapolis tesse una felina trama di basso, le due voci soliste poggiano su una discreta drum machine che si sente appena. Non vi è duello alcuno ma un bellissimo e sensuale flirt tra due meravigliose prime donne.
Diva
Dopo aver mostrato al mondo il suo animo più introspettivo, Madonna decide di capovolgere di nuovo tutto. Assieme a Warren Beatty, sua nuova fiamma, decide di collaborare sia in veste di autrice della colonna sonora che come attrice di Dick Tracy, caricaturale e fumettistico gangster movie diretto dallo stesso Beatty.
Madonna, nelle sembianze di una mozzafiato sciantosa, si muove disinvolta con fare cabarettistico, si diverte nel comporre un album che la critica non saprà mai come interpretare. Colonna sonora o album autografo? Poco importa. In questo ibrido possiamo apprezzare il divismo di questa femme fatale.
I Want You
A metà Novanta non si capisce bene dove Madonna voglia andare a parare. Pubblica un libro fotografico dove non si fa tanti problemi a farsi immortalare in pose sadomaso e scabrose. Subito dopo licenzia Erotica, album sperimentale che tende a scarnificare tutto ciò che c’è stato prima. Atmosfere rarefatte e glaciali la fanno da padrona. Poi si tuffa in un licenzioso r&b, che vede la partecipazione anche di Bjork.
Ma non si ferma certo qui. Nel 1995 esce la sua prima raccolta di ballate, tra cui anche la versione bristoliana di I Want You, grazie alla produzione dei Massive Attack.
Madonna adora talmente tanto questa cover di Marvin Gaye da volerla pubblicare come primo singolo, ma ciò le viene negato a causa di contrasti con i diritti posseduti dalla Motown Records.
Poco male, qui potete godervi una delle più toccanti e misconosciute interpretazioni di Madonna.
I Gonna Tell You About Love
Una frusta da fantino stretta tra i denti, una moon ball ciclopica cala sul palco schiudendosi come un fiore. Ne esce un animale da palco che domina il pubblico tenendolo al guinzaglio.
Dannatamente eighties è l’incedere futuristico del brano. Perché possiamo dircelo tranquillamente tra noi: non ci volevano quei due saputelli caschetti francesi per farci conoscere Giorgio.

Bon vivant escapista. Commendevole fricandó di utopie. Indole appocundriaca. Loggionista alticcio.