Tra l’ateismo e l’ascetismo di Sgalambro, fino alla smisurata dichiarazione d’amore de La Cura.
La prima volta che ascoltai la voce di Manlio Sgalambro, rimasi colpito e disorientato dalla sua timbrica cupa e dura. Quella durezza vocale che solo uno spirito profondo e una mente diramante possono esprimere. Ma perché scrivere di Manlio Sgalambro? Perché in un blog musicale? Perché parlare di un filosofo Siciliano? Il quesito si perde, diviene inutile e superfluo con una sola “affermazione”: La Cura. Sì, egli è il coautore de La Cura di Franco Battiato, proprio con lui collabora e scrive diverse opere tra musica, film e programmi televisivi. Andiamo con ordine però…
Manlio Sgalambro nacque a Lentini il 9 Dicembre del 1924. Sin dai primi anni di autocoscienza critica si avvicinò al mondo della Filosofia, tra i suoi autori di riferimento vi furono Schopenhauer, Kant, Hegel e Kierkegaard. Il primo libro di Filosofia, venne letto dal giovane Manlio nella biblioteca privata di un parente. Nel 1947 si iscrisse all’Università di Catania, non certo per seguire il sentiero filosofico, ma per frequentare la facoltà di Legge. Sgalambro pensava che la Filosofia fosse qualcosa da coltivare autonomamente, assorbendone l’essenza in una propria assenza accademica. Quell’accademia troppo legata ai rigidi canoni dei tempi: L’Idealismo di Croce e Gentile.
L’incontro con Battiato avvenne casualmente nel 1993, durante la presentazione di un libro di poesie. I due erano entrambi amici dell’autore. Pochi giorni dopo l’incontro, Battiato decise di contattare il Filosofo Siciliano chiedendogli di scrivere il Libretto dell’opera Cavalieri dell’Intelletto. Sgalambro accettò e da quel momento, nacque un solido connubio Filosofico-Musicale tra i due. Che cosa può fiorire tra un ateo e uno spirito ascetico? Tra la secca durezza isolana e le spine dei fichi d’india? Dall’amaro sapore del sud e il calore spirituale Mediorientale?
La Cura, la simbiosi sinergica tra scienza e spirito: l’essere umano ha bisogno della scienza per curare il proprio corpo, ma il corpo è anche dimora dell’anima, e l’anima ha bisogno dell’arte, della spiritualità e dell’amore. La Cura è una delle dichiarazioni d’amore più sincere e dirette mai venute al mondo. Prendersi cura dell’altro, attraversando mari, campi sconfinati e correnti gravitazionali grazie alla forza della mente e dello spirito. La disarmante sincerità, quella disarmante sincerità nell’impossibile al corpo ma possibile al sentimento puro.
https://www.youtube.com/watch?v=HKSpX21AsSA
Un tempo, un saggio mi disse: “non riesci a guardare oltre al tuo naso”. Poi mi vide di profilo e si illuminò di immenso.