La polvere in bocca, un pugno nello stomaco e la voglia di muoversi è ciò che lascia all’ascolto Materia (Terra), il nuovo album di Marco Mengoni uscito il 3 dicembre.
L’album
Materia (Terra) è il primo prodotto di un progetto discografico che consta della futura pubblicazione di altri 2 album.
Come primo capitolo di una trilogia, questo lavoro non poteva non portare con sé il bagaglio musicale del cantante e cantautore viterbese, Marco Mengoni.
Un bagaglio musicale fatto di Blues, Soul, Gospel, la musica della terra, la musica delle origini, quella ispirata tanto dalla pancia quanto dall’anima.
A poche settimane dall’uscita di 30 di Adele, mi ritrovo di nuovo a scrivere di un disco suonato e dal sound che viene dal passato. Un po’ la cosa mi solleva, e mi fa sperare di poter tornare, a poco a poco, a vivere la musica in maniera più sincera e viscerale, nelle sue imperfezioni e nella sua artigianalità.
Le tracce
Ma Materia (Terra) non è solo questo: è anche voglia di ballare fino al capogiro con Ma Stasera e Mi Fiderò, quest’ultima in featuring con la travolgente energia di Madame, di cui Marco Mengoni dice di sentire, nella voce, una matrice molto Soul, nonostante spesso accostata all’etichetta trap.
Non manca neanche il Marco per come siamo abituati a sentirlo, in una veste più Pop, in Il Meno Possibile, prodotta da Ceri e in collaborazione con l’amico Gazzelle, In Due Minuti e Proibito, brani che raccontano delle relazioni tra esseri umani e di come queste vengano interpretate e declinate dall’artista.
Se in tutti questi pezzi non manca comunque quella matrice Soul nell’interpretazione vocale, nei potenti cori a sostegno, nei piccoli dettagli dell’arrangiamento, nell’intenzione e nel calore, ci sono brani in cui le influenze black di questo disco esplodono con ben poca inibizione.
È questo il caso di Cambia Un Uomo, singolo che ha lanciato l’album prodotto dai fantastici Mace e Venerus, con un poetico messaggio di perdono; Una Canzone Triste, 4 accordi, non di più, per un inno alla vita, che con grande ironia invita a non fare affidamento su questa canzone per cercare sconsolazione, ma piuttosto per aprirsi a qualsiasi esperienza della vita; Luce, il brano dedicato alla madre, di una potenza rara, anche per essere stato registrata in presa diretta da 12 elementi contemporaneamente; Appunto 2, una preghiera in musica; Un Fiore Contro Il Diluvio, l’ultima canzone del disco, la più intima, un duetto tra la voce di Marco Mengoni e un piano Fender Rhodes, accompagnato da un tappeto di archi.
Nel post sul profilo Instagram di Marco Mengoni la copertina del disco e la tracklist, con annessi produttori che hanno lavorato alla realizzazione:
Link utili e credits:
- fotografie prese dal profilo Instagram ufficiale di Marco Mengoni (@mengonimarcoofficial)
- profili social di Marco Mengoni: Spotify/Instagram/Youtube
- link YouTube ad alcuni dei mie brani preferiti dell’album:
Marco Mengoni – Una Canzone Triste (Visual Video)
Marco Mengoni – Luce (Visual Video)
Tutto ciò che mi mette il sorriso in un unico quadro: musica live che suona in riva al mare, tanta bella gente e una birretta in mano come fosse una bandiera 😉