È uscito venerdì 19 marzo Milano, il nuovo singolo della band Re Del Kent che segue la pubblicazione del loro album d’esordio Sottocultura.
Il brano
Milano dei Re del Kent è una canzone che tratta di giorni andati facendo, paradossalmente, riferimento a temi molto vicini all’anima di un artista. Milano fa da sfondo a questa storia triste, ricca di malinconia, in cui i sogni sono nascosti dietro i banchi di nebbia della città.
Forte della sua identità musicale, la band milanese continua con la propria missione di far sopravvivere la scena alternative rock con testi in italiano.
Molto in evidenza è, in questa canzone, la difficoltà delle nuove generazioni di far uscire la propria voce in questo periodo difficile. Fortunatamente, grazie alla musica, nessuno di noi rimane da solo.
La band
Re del Kent sono una band alternative rock nata a Milano nel 2019. Si formano dalle ceneri dei Total Rickall, esperimento che ha portato all’incontro di Dario (voce e chitarra) e Omar (basso elettrico). Piano piano nascono i primi pezzi caratterizzati da forti influenze grunge e alternative che trattano temi sociali e biografici. A fine febbraio il gruppo assume una forma più completa con l’ingresso di Massimiliano (batteria) e da Daniele (chitarra – con sfumature più metal).
La band inizia un percorso che li porta ad esibirsi in varie realtà lombarde. Nel novembre 2019 iniziano le registrazioni di “24 febbraio”, EP rilasciato proprio nella data che dà il titolo al lavoro, corrispondente al primo anniversario della band. I quattro Re del Kent hanno giusto il tempo di esibirsi per festeggiare l’uscita dell’EP, al Rock’n’Roll di Milano, prima che il progetto venga temporaneamente rallentato dal lockdown generale. Nel momento più difficile per questo settore, a dicembre, esce il loro primo album Sottocultura.
Il 19 marzo 2021 esce Milano, l’ultimo singolo della band Re del Kent.

Mi chiamo Andrea Ciucci, ho vent’anni e abito a Cento.
Sono un chitarrista e a luglio del 2020 è uscito il mio primo libro di poesie “Aforismi e poesie da un quadro di un barbone”