Dopo Moci, Sbaglio Dischi torna con una nuova importante proposta. Stavolta è il turno di Porto Leon, all’esordio con il suo EP Fantasmi del passato, un viaggio di cinque brani nelle emozioni del giovane artista romano.
Attraverso le sue canzoni Porto Leon ci porta in giro per le strade della sua versione di Roma, fatta di vicoli, persone ed esperienze fra le più diverse, raccontandosi con l’animo sincero di chi non vuole nascondere nulla di sé e canta per avvicinarsi agli altri.
Fantasmi del passato è infatti un lavoro straripante, in tutti i sensi: straripa musica, emozione, sentimento, romanità. Una summa di quanto Porto Leon è e porta con sé, perché l’esordio sia una bomba che resta in testa da subito. E, in effetti, questi cinque brani sono pronti e confezionati per essere i suoi instant classic, da cantare già dopo il primo ascolto.
La scrittura
La scrittura è personale, intima, originale e diretta: non si perde in fronzoli, e il lessico di Porto Leon nel suo EP d’esordio è moderno e immediatamente d’impatto. Le lyrics trovano nella personalità dell’autore una poesia sincera, svuotata di ogni sovrastruttura per rendere al meglio l’immaginario del protagonista e narratore. È in ogni caso un disco che canta Roma e la romanità, non senza una certa emozione, privata e inaccessibile, che esce in brevi cenni nelle parole di Porto Leon.
Perché la pioggia è sempre la stessa
Ma sui sampietrini cade più bella
Fantasmi del passato è il punto di partenza giusto per l’artista romano, che si pone con la sua cifra personale all’interno della scena capitolina portando un prodotto già strutturato e ricco di elementi.
La struttura
A livello sonoro, ci troviamo un lavoro decisamente sostanzioso: chitarre acustiche delicatissime con arpeggi elaborati abbracciano melodie elettroniche senza mai risultare stucchevoli, rielaborando tendenze già viste nel pop nostrano (vedi gli ultimi lavori di Leo Pari, ad esempio). Le risorse di Fantasmi del passato appaiono allora infinite, per un lavoro che diventerà il manifesto di Porto Leon e del suo progetto.
Riferimenti…
C’è tanto in questo lavoro: l’itpop, una certa influenza rock o brit, senza dimenticare quel linguaggio trap che ha ormai catturato ogni genere musicale, a tutti i livelli, nelle maniere più diverse. Si potrebbe sentire allora qualcosa di Carl Brave e di Tommaso Paradiso (o i Thegiornalisti, fate voi).
…più precisi
Forse, per rendere immediatamente l’idea prima ancora dell’ascolto, Fantasmi del passato di Porto Leon si avvicina molto, come stile e attitudine, ai lavori di DOLA, altra mina vagante della scena italiana della crew di Undamento. In entrambi la scrittura è diretta, malinconica, mestamente poetica, corredata di basi che se ne fregano di essere categorizzate in un genere ben specifico, cercando un risultato più elaborato, suonato per davvero, suonato bene.
L’artista
Dietro Porto Leon c’è Filippo Pasqualini, nato e cresciuto a Roma, della quale vive al massimo ogni suo aspetto, fra i suoi locali e la Curva, portando con sé il patrimonio del cantautorato assieme a quello della trap. Dall’incontro con Sbaglio Dischi arriva Fantasmi del passato, il suo primo lavoro, anticipato già dai tre singoli Oltre, È sempre un’orgia e Mai più.
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