È tornato Porto Leon! Vi ricordate quando qualche tempo fa raccontavo il suo esordio e la sua performance live? Oggi invece l’artista di Sbaglio Dischi ci porta a San Pietro, nella sua Roma e nel suo mondo che, sarà la pandemia che perdura da un anno e mezzo ormai, ma è decisamente cambiato.
Via le rime scanzonate e largo all’ira.
Porto Leon torna e in San Pietro è veramente incazzato. Il riff iniziale ci accoglie nel modo più chiaro possibile: se non è cambiato tutto da Fantasmi del passato poco ci manca.
Chitarre ruvide e timbro sporco e ancora di più, se possibile. Il racconto poi è trascinante, quasi onirico in serate che sembrano ormai lontane nel tempo, ma delle quali il ricordo c’è, è forte e vivido, intriso di odori, sapori alcolici, urla e risa isteriche. Ovvero, tanto di quello che ci manca in questo momento.
Porto Leon, Filippo, scoppia nel brano e nelle orecchie come una bomba. Sembra di vederlo sul palco, col volto contrito e piegato su sé stesso nella disperazione delle mancanze, ma nella catarsi data dall’aver lasciato andare tutta questa negatività.
Le reference
Da un punto di vista sonoro, immaginate di entrare in quei locali della scena rock e indie rock di una ventina di anni fa almeno. Letteralmente, uno schiaffo sul viso che lascia il segno delle chitarre, grandi protagoniste, assieme alla voce di Porto Leon, in San Pietro.
Porto Leon lo avevamo già conosciuto con Fantasmi del passato. Ora è tornato, è cresciuto e con San Pietro è pronto a prendersi tutto, a dire la sua senza alcun tipo di compromesso.