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Cultura, musica e pioggia: dietro le quinte del RiOpen Festival 2021

Ormai vicino al tramonto dei magnifici vent’anni, mi ha raggiunto questa epifania: il segreto per dormire bene la notte è uscire dalla propria comfort-zone e forzarsi a situazioni che non sarebbero affatto vicine alle nostre abitudini. Allontanarsi da casa, per scoprire che alla fine non siamo mai usciti dal nostro giardinetto.

Ciao, sono Gabriele e tutto quello che mi ha tolto il Covid-19 in questo anno abbondante ho voluto riprendermelo con gli interessi. Mi sembrava la cosa più giusta da fare, così, per pareggiare un po’ i conti. E così quando dalla pagina instagram di RiOpen 2021 è stato pubblicato il post in cui si cercavano volontari per il Festival, ho inviato immediatamente la mia fresca candidatura. Sarà stato quel font particolare su sfondo rosa, o forse quella sensazione di difetto di cui vi parlavo prima. La voglia di musica, di viverla ancor prima che ascoltarla. In ogni caso, in breve tempo dalla direct spunta un pallino rosso. Arruolato. Staff del RiOpen Festival 2021 suona benissimo.

foto di Ilaria Zanoli
Cosa significa fare un Festival?

Ah, me lo sono chiesto anch’io. La mia candidatura portava con se tanto entusiasmo quanti dubbi, tanta voglia di fare quanta nessuna idea di come metterla in pratica. Fortunatamente, al mio smarrimento ha risposto la navigata esperienza degli altri volontari, i ragazzi dell’associazione di promozione sociale GODOT APS, istituita nel 2019 con sede a Carpi. Capaci di indicarmi la retta via a suon di “Dai su, dacci una mano”. Tutto quello che chiedevo. Anche perché le cose da fare erano davvero tante. Roba che se non la vivi da dietro le quinte mica te ne accorgi.

RiOpen Festival 2021 ha significato allestire in sicurezza l’intero parco comunale di Rio Saliceto -con buona pace degli habitué settantenni di quelle accoglienti panchine- montando i due palcoscenici che avrebbero ospitato le performance teatrali uno e i concerti l’altro.

RiOpen Festival 2021 ha significato preparare la zona bar e ristoro per l’evento. Perché non c’è Festival in Emilia senza birra e gnocco fritto.

RiOpen Festival 2021 ha significato assicurarsi che gli artisti avessero a disposizione ciò di cui avevano bisogno. Dal sound check alle luci di scena. In barba ad ogni possibile contrattempo, perché risultasse un’edizione ancora più bella e varia della precedente.

foto di Maddalena Montanari

Un weekend di musica, cultura e artigianato, costruito ben prima rispetto a quel venerdì 24 che ha rappresentato la prima giornata. Oggi alla domanda cosa significa fare un Festival? posso rispondere senza più alcun dubbio: significa sacrificio, condivisione e passione per la cultura. Sporcarsi le mani per qualcosa di più grande, arricchendo la tua comunità con un evento che senza una volontà comune non nascerebbe certo da solo. Il mio piccolo contributo è stato solo la punta dell’iceberg, il vero massone di ghiaccio lo hanno costruito i volontario del Godot.

La line-up di RiOpen

Un Festival quindi ancora più ricco e completo, fatto di alcuni dei nomi più importati del panorama musicale indipendente della zona. Premesse rispettate? Basta dare un’occhiata alla line-up di RiOpen per accorgersi che tutti gli sforzi sono sfociati nella direzione giusta.

Venerdì 24, grandi botti. A scaldare gli animi un po’ timidi del pubblico di RiOpen ci ha pensato Gregorio Sanchez, cantautore bolognese dalla spiccata intelligenza musicale. I suoi arpeggi nascondono dietro loro un percorso emotivo che ci dipinge un artista genuino, vero, ma non per questo naïf. Vocalità dolci –NicolòContessiane direbbero i più esperti- che si lasciano seguire con estrema facilità. Un ottimo inizio, sublimato tra l’altro dall’esecuzione dell’ultimo singolo Palombaro e da una chiacchierata firmata RRM con lo stesso Gregorio di prossima pubblicazione su questo blog. L’appetito vien mangiando.

foto di Maddalena Montanari

A proposito di appetito. Non si fa nemmeno in tempo a godersi una piadina e qualche birretta che siamo già alla portata principale di questa prima giornata. I Crema, dopo aver partecipato alla presentazione del libro I Camillas, che storia di Topazio Perlini nella zona teatro del parco, salgono sul palcoscenico di RiOpen come le meglio rockstars. Il loro carisma è magnetico, così forte che ti sembra di poterlo toccare. Inutile infatti pensare che la nuova formazione -priva del compianto Zagor- possa temer ansia da prestazione alcuna. La loro, come da copione, è una esilarante discesa nel surreale, fatta di canti improvvisati e strofe bizzarre.

Mai mi sarei immaginato che Rio Saliceto sarebbe potuta diventare la rivale carnevalesca della ben più rinomata Rio de Janeiro. Eppure, grazie ai Crema, questa frase appena digitata sulla tastiera del mio pc è legittima almeno quanto la bontà della band stessa, un gruppo che sa cosa significa fare musica divertendo e divertendosi. – amarezza, + Crema. Il Dj set di Outlaw Sound chiude il venerdì. Buona notte a tutti.

foto di Maddalena Montanari

Il sabato si apre esattamente come si era conclusa la serata precedente: con l’entusiasmo di poter rendere grandioso un progetto nato dal nulla. A fare il resto ci pensano gli artisti di giornata, anche in questo caso nomi mica da niente.

Per prima pesta lo stage della zona concerti Prim, progetto dietro il quale si nasconde la modenese Irene Pignatti. Una musicista autodidatta, che si è formata tra il britpop inglese e l’influenza dei genitori, anch’essi musicisti. Da qui si spiega la potenza polistrumentale di Prim, capace di orchestrarsi tra piano, ukulele e chitarra. Cheap Wine ne è piena dimostrazione, una leggera ballata a quattro corde che ha conquistato il pubblico di RiOpen per la sua atmosfera intima e personale. Una piacevolissima scoperta.

foto di Ilaria Zanoli

A seguire, la perla più preziosa del Festival. Giorgia D’Eraclea in arte Giornieness intrattiene il pubblico di Rio Saliceto con alcuni dei suoi brani più rappresentativi, lei che da quasi dieci anni scrive, suona e vive di musica. Un carosello di quell’itpop capace, nel suo calderone, di regalare artisti freschi e talentuosi come Giorgia.

Il live si fa divorare con gusto. Troppo facile farsi rapire dalle ballate radio friendly di Giorgieness, abile coi suoi testi nel toccare gli intrinsechi spigoli delle relazioni umane. Tra vecchi brani e ultime uscite, con la sua presenza Giorgieness si mangia il piccolo stage del parco comunale, sintomo che il futuro per lei ha in serbo piazze ed occasioni ben più grandi. Una fortuna averla potuta ospitare.

foto di Ilaria Zanoli

Vicini alla chiusura della serata principale, noi dello staff ci sentivamo invincibili. Nulla avrebbe fermato la riuscita della seconda edizione del Festival. SPOILER ALERT: ce la farà un nefasto acquazzone, che renderà impossibile il proseguo dell’evento per la giornata finale di domenica. E così quella di Giorgieness di sabato sera è stata l’ultima performance di RiOpen 2021, nonostante tutto una strepitosa chiosa per questi due giorni di fatica e soddisfazioni.

Foto di Ilaria Zanoli

Ciò che rimane è la consapevolezza di essere riusciti ad organizzare un evento di questa portata da zero, con la sola voglia e determinazione di un gruppo di volontari. La fame dei vari artisti e performer di calpestare nuovamente più palcoscenici possibili ha fatto il resto, una rivalsa nei confronti di una pandemia che gli aveva tolto tutto. Covid-0, RiOpen-1. Ci vediamo l’anno prossimo.

Chiudiamo allora col saluto di Massimiliano Loizzi, lui che nella serata di venerdì si è esibito nel toccante e necessario spettacolo Il Matto 2Il suo ringraziamento finale è il più prezioso carburante che questi volontari avrebbero potuto mai ricevere.

A presto RiOpen, e grazie per avermi fatto capire che, anche se lontano, sono sempre stato a casa.

 

 

 

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