Ritornare comporta seri rischi, soprattutto nel mondo della musica. Proporre idee nuove oppure mantenere la propria identità? Seguire la scia del mercato o ripartire dalle certezze del passato?
Non lo so quale possa essere la ricetta giusta ma è palese che gli Zero Assoluto non hanno lasciato nulla al caso e sono, come l’incipit suggerisce, tornati senza sbavature, senza sovrastrutture. Oserei dire maturati, anche se può suonare banale. In occasione dell’uscita del nuovo singolo Fuori Noi, avvenuta il 24 luglio, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con loro. Buona lettura!
Grazie per aver trovato il tempo di rispondere alle mie domande. Partiamo a bomba senza filtri: cosa si prova a tornare dopo quattro anni di silenzio? Quali sensazioni avete provato prima della pubblicazione?
Emozione, come sempre, ma anche tranquillità. Negli anni abbiamo raggiunto la piena consapevolezza di quello che abbiamo fatto e di quello che stiamo facendo. L’unica cosa che conta è che le canzoni siano profondamente nostre, adesivi da attaccare ovunque senza mai vergognarci.
La collaborazione con Gazzelle, a mio parere, sembra aver aggiunto altra qualità a un brano di per sé perfetto. Posso sapere come è nata la vostra collaborazione?
Ci ha scritto Flavio per chiederci di partecipare al suo concerto al Pala Atlantico. Da lì è nata un’amicizia vera, diretta, profonda. Scrivere insieme è stato davvero stimolante e immediato.
So che avete seguito altri progetti durante il silenzio discografico. Volete parlarmene a grandi linee?
Abbiamo fatto nascere due società: One Shot Agency (Matteo) e Mkers (Thomas). Lavorano entrambe nell’ambito della comunicazione e del digital: One Shot si occupa del management di star del web e ha un ramo dedicato alla musica; Mkers gestisce pro players e il mondo dell’E-sport. Insomma, ci siamo dati da fare.
Personalmente credo che Fuori Noi abbia spazzato via, finalmente, centinaia di “artisti” che spocchiosamente credono di fare musica di alto livello. Siete dovuti tornare a dire “Oh ragazzi calmi, questo è indie pop”. Sono troppo cattivo? Cosa ne pensate dell’attuale scena dove quello che è pop viene chiamato indie ?
Non so se sei troppo cattivo, a noi la nuova scena musicale piace molto. C’è più libertà di un tempo e, quando ti senti leggero, esprimi la creatività in maniera più dirompente. Ed è anche vero che il modo di scrivere delle nuove generazioni si avvicina molto al nostro modo di raccontare. Se siamo indie o pop poco conta, quello che a noi interessa è che le nostre canzoni abbiano una dignità come abbiamo sempre fatto. Sapere che tanti sono cresciuti ascoltando il nostro repertorio ci riempie d’orgoglio.
Il vostro ritorno sul mercato discografico vi obbligherà a tornare anche a fare eventi live. Fortunatamente la situazione pian pianino si sta muovendo nuovamente. Avete già in mente qualcosa oppure è prematuro?
È la cosa che vogliamo fare più ardentemente. Suoneremo, tanto, e sarà bellissimo.
Tanti giovani emergenti di oggi si lamentano perché non vengono presi in considerazione a causa dell’enorme concorrenza. Questo nuovo mondo virtuale della musica vi mette paura ?
Abbiamo fatto i dischi d’oro e di platino quando serviva vendere centinaia di migliaia di copie fisiche. Il mondo è cambiato ma questo non ci fa paura, anzi, è stimolante. Per noi è come ricominciare da capo e siamo pronti a fare nuovamente un passo alla volta.
Ci salutiamo con un consiglio per chi vuole raggiungere il successo in questo oceano di note e parole. Quali sono i tre ingredienti per fare musica di qualità?
È solo uno. L’onestà. Scrivi e canta quello che sei, per davvero.
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