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Tekashi 6ix9ine condannato a due anni di carcere.. un disastro per il mondo della musica

Il rapper statunitense che ha scelto di sostituire il proprio nome, Daniel Hernandez, con una serie di numeri e lettere, è stato condannato a 2 anni di carcere.

A questa notizia non so quali possano essere le vostre reazioni ma, essendo in periodo natalizio, diciamocelo: non era certo uno stinco di Santo.
Tekashi 6ix9ine ha cominciato a percorrere i corridoi silenziosi del carcere che non era ancora maggiorenne, con l’accusa di aggressione e spaccio di eroina. Successivamente, diventato maggiorenne, si è distinto per aver pubblicato video che lo vedevano “intento” con una tredicenne. Si è poi affiliato alla gang newyorchese 9 Trey Gangsta Bloods guadagnandosi così accuse per 47 anni di carcere, fra cui quelle di racket, detenzione di armi, crimini violenti e cose del genere.

Ora, vi starete chiedendo come mai da 47 anni di possibile detenzione, 6ix9ine ne debba scontare soltanto due. Pare che, il nuovo “astro nascente” della trap, abbia scelto di collaborare con l’FBI facendo nomi e accusando componenti della gang, incarnando alla perfezione quello che nel film “Il padrino”, verrebbe chiamato l’infame.
Collaborare con la giustizia era l’unica opzione intelligente per il giovane ventitreenne. Il possibile futuro rapper infatti, è solo un classe 1996… Voglio dire: ci sono ragazzi del ’96 che debuttano in Champions League e altri che si abbandonano alla delinquenza… ma questo fa parte del più grande gioco delle parti che è la vita.

Quando ho detto “il possibile futuro rapper” ovviamente MENTIVO. Solitamente scelgo di ascoltare i pezzi che so che mi faranno schifo quando sono sotto la doccia. Non chiedetemi il perché! Ho quindi scelto di farlo anche per alcuni brani di Tekashi 6ix9ine, e devo dire che non ha deluso le mie aspettative negative.

Il suo singolo di esordio è Gummo immaginate un po’, parte con dei colpi di pistola. “Cantato” con una tale rabbia che volevo strappare la spugna a morsi! In maniera veramente insensibile, Spotify, mi ha poi proposto Keke che inizia con un urlo, uno sbraito privo di senso e una stonatura volontaria della base musicale veramente agghiacciante. Inutile dire che è stata la doccia più breve di sempre. La crudeltà di Spotify non è finita lì, facendo susseguire Fefe, in collaborazione con Nicki Minaj. Quest’ultimo è un brano completamente privo di elaborazione strumentale, che potrebbe farti pensare “sicuramente avrà un testo con dei contenuti importanti“. Ecco.. in qualità di blogger certificato Radio RoMarti vi invito seriamente a NON leggerlo! Fatelo per voi stessi.

Vi lascio comunque il video del brano dove potrete apprezzare soprattutto la bellezza del cantante.

Concludo con un ulteriore cattiva notizia per gli amanti della musica. Sembra che il nostro amico turbolento abbia già scontato un anno di carcere, pertanto entro la fine del 2020 potrebbe essere rilasciato. L’augurio che mi faccio per questo Natale, o per il prossimo, è che questo istinto per la musica e questa ispirazione per testi così profondi lo abbandonino presto, lasciando posto, magari, a qualche opera di filantropia che certo non guasterebbe.

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