Un amico, ancora prima di essere un musicista. Vi parlo oggi di Tom Hancock, un giovane artista inglese di grande talento, che ha trasformato un lungo periodo di lockdown in una vera opportunità. Il 21 febbraio 2021 ha infatti autoprodotto e pubblicato As I sing this song, il suo primo lavoro discografico.
Incontrare Tom Hancock mi ha permesso non solo di scoprire un artista dalla grande sensibilità, ma anche di conoscere un’anima ribelle e viaggiatrice con tanti messaggi da trasmettere al mondo.
Tom Hancock: identikit di un artista giramondo
Classe ’91, Tom Hancock è originario di Newcastle-upon-Tyne, in Inghilterra. Svolge un lavoro da libero professionista, in particolare nella public policy, che gli consente di lavorare da remoto e viaggiare a lungo. Questo altro non è che un dettaglio per una persona come Tom, non certo il tipo a cui chiedereste subito “quanti anni hai” o “che lavoro fai”.
Com’è nata la nostra amicizia?
Come spesso accade, da un viaggio e da una casualità. Io e Tom Hancock ci siamo conosciuti nel settembre 2020 a Parigi, quando il mondo aveva concesso una piccola tregua da lockdown e restrizioni. Viaggiare con facilità era ancora possibile e Tom, grande appassionato di viaggi, era partito per un lungo periplo in solitaria alla volta dell’Europa, con zaino in spalla e chitarra al seguito. Girando tra locali e open mic, Tom incontra uno dei miei amici, il quale me lo presenta il giorno dopo. In occasione di quella serata ci fa conoscere la sua musica, incantando tutti con l’esecuzione acustica di Home:
Prima reazione: occhi sgranati, pelle d’oca ed espressione di stupore. Il talento e la delicatezza di questo musicista giramondo non lasciano indifferenti.
Prima di Parigi, Tom Hancock si era già affermato come live performer in Europa e anche negli Stati Uniti, suonando ad esempio per il Sidewalk Café NYC Anti-Folk Festival di New York. A Parigi, si è esibito in un intimate concert presso il famoso atelier d’artisti 59 Rivoli.
Le seguenti tappe del suo viaggio lo hanno portato in Portogallo e in Grecia, prima che le nuove restrizioni sanitarie lo riconducessero in Inghilterra, dove vive attualmente. Come molti altri artisti, Tom Hancock ha sospeso i suoi viaggi e le sue performance a causa del lockdown, che gli ha però permesso di “riscoprirsi”. Durante questi lunghi mesi Tom ha lavorato intensamente, continuando a studiare e sperimentare nuove tecniche e sonorità.
Dal lockdown al primo EP: As I sing this song
Proprio da questo periodo “introspettivo” nasce una nuova musica, più matura, consapevole e piacevolmente nostalgica, che culmina poi nell’EP As I sing this song. Un silenzioso periodo di stasi si trasforma così, per Tom, in una vera opportunità di crescita artistica.
Particolarmente degno di nota è il singolo (Song For) Happier Times, che ho avuto il piacere di ascoltare in anteprima a Parigi, in chiave acustica. La melodia delicata e il testo romantico e malinconico richiama artisti come Elliott Smith e Sufjan Stevens, le maggiori influenze musicali per Tom Hancock.
Un brano come (Song For) Happier Times mette particolarmente in risalto la voce eterea di Tom Hancock, che esegue i suoi brani con fluidità, senza brusche interruzioni o tecnicismi. Il tutto crea un’atmosfera quasi onirica nelle sue canzoni, che rievocano con dolce nostalgia alcuni ricordi del passato, quali possono essere quelli del periodo pre-pandemia.
Al di là del suo talento musicale, la bontà d’animo e l’autenticità di Tom hanno lasciato in me un segno indelebile, contribuendo alla nascita di una splendida amicizia a distanza, che speriamo di poter coltivare presto in happier times.
A Tom Hancock ho dedicato un lungo post sul mio profilo Facebook, che ancora oggi rileggo commossa:
(…) Deve esserci un magico fil rouge che lega tra loro le anime libere e sognatrici di tutto il mondo. Qualcosa che li mantiene sulla stessa lunghezza d’onda senza che si conoscano.Ma quando si incontrano, è come una scarica elettrica che crea qualcosa di unico.E a quel punto capisci che, in un mondo dominato dal “mai ‘na gioia”, in cui ti convincono a vedere tutto nero, queste sono le persone e le esperienze per cui vale la pena vivere questo viaggio straordinario chiamato vita, che merita di essere gustato fino all’ultima briciola, persino in un anno strano come questo.E allora grazie di cuore a Tom, ai casi della vita, all’alchimia tra le persone, alla bellezza che rinasce dai periodi più bui, alle anime belle come lui che danno un senso alla realtà dei giorni nostri.
Il più grande augurio che io possa farvi è di incontrare persone come Tom Hancock lungo il vostro cammino. Se succederà, consideratevi felici e fortunati. Nel frattempo, vi invito a scoprire la sua musica, in attesa della prossima avventura da qualche parte nel mondo.
Seguitelo e ascoltatelo su:

Casertana d’origine, expat per scelta. Biologa, cantante per diletto, animale notturno concerto-dipendente e frequentatrice compulsiva di aeroporti.