fbpx

Top 5 esibizioni censurate al concerto del 1 maggio

Le recenti polemiche scoppiate dopo l’esibizione di Fedez in occasione della festa dei lavoratori hanno travolto social, partiti e opinione pubblica. Un bufera che nasce dal tentativo da parte del rapper milanese di sostenere la bontà del DDL Zan -la legge contro l’omotransfobia- con un intervento in diretta, che la RAI avrebbe tentato di censurare. Un episodio evocativo sul fatto che la lottizzazione delle reti nazionali da parte dei partiti andrebbe eliminata. Ma quello di Fedez non è il primo episodio di censura.

Ecco le Top 5 esibizioni censurate al concerto del 1 maggio.

 

 

5 – Management del Dolore Post Operatorio, 2013

Luca Romagnoli come Jim Morrison. Il frontman dei Management ha sfidato in maniera decisamente hardcore mamma RAI in occasione del concertone del 2013 quando, mostrando al pubblico un preservativo come fosse un’ostia, rivisitò le parole di un importante passo liturgico:

“Questo è il budello che uso io, che toglie le malattie dal mondo. Prendetene e usatene tutti. Fate questo, sentite a me”

La rete nazionale non esitò ad interrompere l’esibizione e il cantante, in segno di ulteriore protesta, a fine scaletta si calò pantaloni e mutande di fronte al pubblico. The Lizard King insegna.

 

4 – Litfiba, 1997

Caso eccezionale, dato che per una delle esibizioni censurate al concerto del 1 maggio si è trattato addirittura di censura preventiva. Pierò Pelù e i suoi Litfiba erano stati evidentemente già individuati come possibili mine vaganti per via della loro precedente esibizione nel 1993: in quell’occasione, la band toscana aveva espresso la sua perplessità sul fatto che il Papa si interessasse così tanto di argomenti come il sesso e l’aborto, lui che secondo Pelù avrebbe dovuto trattare di teologia e temi ben diversi.

Onde evitare altri spiacevoli interventi, la RAI decise quindi quattro anni più tardi di interrompere il collegamento proprio in concomitanza con l’inizio dell’esibizione dei Litfiba, giustificando il disguido con grossolano errore di scaletta.

 

3 – Lo Stato Sociale, 2015

Altro 1 maggio, altra censura. In questo caso ad infastidire le reti nazionali fu il gruppo bolognese de Lo Stato Sociale, che si vide recapitare un veto à la Famiglia Cristiana. Impossibile infatti esibirsi nella loro hit Mi Sono Rotto il Cazzo, proprio perché il titolo del brano terminava con una parolaccia. Roba da medioevo, a cui Lodo Guenzi & compagni hanno risposto con una protesta decisamente ironica: una performance auto censurata, viste le tute completamente nere (mani e volti compresi) con cui hanno aperto il set. Mi Sono Rotto il Cazzo della Fascia Protetta.

 

2 – La super censura del 2011

Per la serie, tagliamo la testa al toro. Nell’edizione del 2011, in pieno periodo pre-elettorale, la RAI decise di prevenire ogni possibile gaffe e controversia in virtù della tanto sacra par condicio: agli artisti fu fatto firmare una liberatoria “speciale”, diversa dalle classiche documentazioni necessarie per un’esibizione in televisione, che vietava agli artisti ogni possibile riferimento politico durante la loro performance.

“Pensavamo si trattasse della normale liberatoria che si firma quando si va in televisione. Certo è anche un nostro errore, ma in questo modo si impedisce la libertà di parola”

Queste le parole dell’allora leader della Bandabardò Erriquez, cascato insieme ad altri artisti in questa trappola da censura.

1 – Elio e le Storie Tese, 1991

Per presentare una delle più eclatanti esibizioni censurate al concerto del 1 maggio, dobbiamo tornare all’alba di questa manifestazione. Siamo nel 1991, il concertone è alla sua seconda edizione e sul palco si stanno esibendo Elio e le Storie Tese (dopo le fatiche della canzone più lunga mai suonata) col brano Sabbiature. Una performance che però manda in tilt il sistema RAI, vista la polemica lanciata dalla band con riferimento ad una vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Andreotti. Panico. Soluzione? La regia decide prontamente di staccare le riprese del live per andare dietro alle quinte per un’intervista di fortuna a Ricky Gianco, un altro artista in scaletta. La prima di una triste lista di censure.

Cerca i tuoi articoli

Cerca

Ultime uscite

Articoli correlati

I più letti