Settimana scorsa vi abbiamo parlato delle cinque band che sono diventate grandi a seguito del cambiamento del loro cantante, un rimpiazzo che ha coinciso con la fortuna del gruppo stesso. Ma per ogni lieto fine c’è sempre un finale amaro.
Ecco i 5 rimpiazzi di cantanti più controversi nel rock.
5 – Iron Maiden, Blaze Bayley per Bruce Dickinson
Partiamo col botto. Uno dei 5 rimpiazzi di cantanti più controversi nel rock riguarda gli Iron Maiden e i loro ben due rimpiazzi nel ruolo di lead singer. Se l’abbandono del primo cantante del gruppo Paul Di’Anno e l’arrivo di Bruce Dickinson aveva infatti dato una svolta alla carriera della band britannica grazie ad album come Fear of the Dark, lo stesso non si può dire per il terzo frontman nella storia della formazione.
Siamo nel 1993 e l’annuncio da parte di Dickinson di voler allontanarsi dai compagni dopo il successo mondiale del Real Live Tour lasciò impietriti i fan, che malvolentieri accolsero Blaze Bayley come nuovo cantante. Le due successive pubblicazioni infatti risulteranno le peggiori della band in termini di vendite e critica, ponendo in serio dubbio il proseguo della stessa. A salvare baracca e burattini ci pensò lo stesso Dickinson sei anni più tardi, di ritorno dopo la pubblicazione di quattro album da solista. I ripensamenti, quelli buoni.
4 – Judas Priest, Tim Owens per Rob Halford
Da fan n°1 a frontman della band che ami. La storia di Tim Owens ha dell’incredibile, ma altrettanto non si può dire della sua esperienza come cantante dei Judas Priest, il gruppo di cui aveva formato una cover band negli anni ’90. Accadde tutto nel 1995 quando la formazione, orfana di Rob Halford che nel frattempo si era avventurato nel progetto Fight, cominciò la ricerca del nuovo frontman visionando diverse audizioni. Quando si imbatterono nella demo di Owens la band si decise a fare di lui il nuovo cantante. Tutto bello? Non proprio, anche perchè in questi casi sono i fan gli ultimi a parlare.
Le pubblicazioni sotto Owens furono un disastro commerciale, una caduta dalla quale il gruppo si rialzò solamente dopo il ritorno all’asta del microfono di Halford nel 2003. Resta di buono il romanticissimo exploit da fan a frontman di Owens, da cui nacque addirittura un film nel 2001, Rock Star.
3 – Guns ‘n’ Roses, tutti tranne Axel
Ah, le rockstar. Così belle e dannate, così irraggiungibili e intriganti. E, nel caso di Axel Rose, così ingestibili. In questa particolarissima menzione tra i 5 rimpiazzi di cantanti più controversi nel rock, Rose occupa un posto tutto suo. Il frontman dei Guns ‘n’ Roses, nonostante l’incredibile successo della band nella sua formazione iconica con Slash, Duff McKagan, Izzy Stradlin e Steven Adler non ha mai saputo gestire il suo ego e le controversie all’interno della band: uno ad uno i membri della band vennero o licenziati o decisero di abbandonare il progetto, a causa dei comportamenti di Rose che, nel 1998, si ritrovò l’unico membro attivo del proprio gruppo.
2 – Black Sabbath, da Ozzy Osbourne e Ronnie James Dio
Anche i Black Sabbath ne hanno viste parecchie. Certo, non quante il proprio storico cantante Ozzy Osbourne che, a scorrere nel suo stupefacente viale dei ricordi, ci si può soltanto chiedere com’è possibile che sia ancora tra noi. E’ proprio a causa dell’abuso di alcool e droghe da parte di Ozzy che il resto della band decise di licenziarlo nel 1979 anche a causa del declino musicale che il gruppo aveva ormai raggiunto. Al suo posto venne scelto come frontman Ronnie James Dio, una scelta azzeccatissima visto anche la popolarità delle successive pubblicazioni.
Il carisma del nuovo cantante e le sue doti vocali non riuscirono però a reggere il confronto con l’immenso Ozzy, che nel frattempo aveva intrapreso una fertile carriera da solista. A seguito, tante sporadiche reunion fino al ritorno ufficiale di Osbourne come cantante nel 2011.
1 – Van Halen, da David Lee Roth a Sammy Hagar a Gary Cherone
Calma. Questo è un bel casino. La glam-rock band dei Van Halen si aggiudica il primo posto tra i 5 rimpiazzi di cantanti più controversi del rock per il suo rapporto così complicato coi propri cantanti. Quello che tanto assomiglia ad un ambiguo triangolo amoroso, con prendi-molla-riprendi annessi, è di fatto la strana successione dei frontman che, come a passarsi il testimone, si sono alternati al microfono: parte tutto con David Lee Roth nel 1978, si passa a Sammy Hagar nel 1986 per poi arrivare a Gary Cherone fino al 1999. Fine? Macchè. Dopo l’esperienza Cherone torneranno a capeggiare la band entrambi i due cantanti originari, in occasione di diverse reunion e concerti.
Alla base di tutti questi tira e molla, diversi fattori: dal mai idilliaco rapporto tra Eddie Van Halen e Lee Roth, allo scarso successo sotto la guida di Hagar, anche complice un temporaneo cambio di stile musicale. Anche perchè su una cosa si è certi. Temporaneo e Van Halen fanno incredibilmente rima.

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