Dal 29 gennaio è disponibile il singolo We all have, frutto della collaborazione tra Julia Stone e Matt Berninger. Il brano anticipa Sixty Summers, prossimo album solista di Julia Stone.
We all have: una “fusione” di musica e voci contro il dolore
Il brano inizia in punta di piedi, con un tocco ovattato di pianoforte tipico delle ballads dei The National. La musica di We all have si fonde con gli acuti leggeri di Julia Stone, nota per la sua voce sottile ma incisiva. In questo caso ricorda vagamente Lana Del Rey, forse per il lieve graffiato e la discreta sensualità dei vibrati.
We all have vuole celebrare la famosa resilienza, la capacità di un materiale di resistere agli urti ma anche di un individuo di superare traumi, difficoltà e grandi dolori. Per quanto grande possa essere il dolore, come ogni evento umano anche questo passerà. Il messaggio finale del brano è Panta rei: con il tempo ogni cosa scorre, e con esso anche il dolore più intenso.
Every moment will pass in a moment
And everything that you need will be open
Leave it alone now just need time, time
Leave it alone now you will find, find
We all have the lightness to be okay okay okay for now
Il videoclip ben si sposa con il dualismo dolore-resilienza celebrato da We all have.
Girato in Tasmania e diretto dal regista Gabriel Gasparinatos, il video segue la relazione tra un sub e il suo marinaio, fatta di un alternarsi di leggerezza e oscurità nella quotidianità della loro vita. L’immagine eterea del mare e della natura che lo circonda accompagna perfettamente la sognante dolcezza di We all have.
In quest’armonia di musica e voce, discretamente si introduce la voce inconfondibile di Matt Berninger, che non ha bisogno di presentazioni. Julia Stone aveva già mostrato ammirazione per il baritono dei The National, incidendo nel 2012 una convincente cover di Bloodbuzz Ohio. Più che in un vero e proprio duetto, Matt Berninger qui partecipa in un cameo, cantando un verso molto significativo del brano:
Love is all we needed to be here for
Una frase così intensa basta già ad alleviare un dolore. Il tutto con un brano essenziale, discreto e breve, che in un po’ più di 3 minuti diventa medicina per l’anima. Lo raccomando per una corta meditazione o semplicemente per un momento di pausa in un periodo storico che ci mette ogni giorno a dura prova.
We all have ci dà solo un assaggio di quel che sarà Sixty Summers, terzo album solista della Stone previsto per il 16 aprile. Oltre al successo del duo con il fratello Angus, Julia Stone inaugura in bellezza il 2021, con un nuovo prodotto da solista raffinato e molto promettente.
Casertana d’origine, expat per scelta. Biologa, cantante per diletto, animale notturno concerto-dipendente e frequentatrice compulsiva di aeroporti.