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White Rabbit – Jefferson Airplane

Album: Surrealistic Pillow (1967).

Surrealistic Pillow è stato inserito nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone alla posizione nº146.

Il disco combina in maniera originale il folk rock degli inizi con la psichedelia, in linea con i tempi e con coloro che per primi avevano sperimentato tale commistione come i The Byrds e i The Mamas & The Papas e in parte Bob Dylan che rimaneva comunque l’ispiratore della maggioranza dei musicisti folk dell’epoca.

Grazie a Surrelistic Pillow e al risalto ottenuto dai Jefferson Airplane, il movimento di stile bohémien nato dalla Beat Generation negli anni cinquanta e sviluppatosi poi durante gli anni sessanta nel fenomeno della controcultura hippie di Haight-Ashbury, fu maggiormente conosciuto fuori dei confini della città californiana. Nel gennaio del 1967, subito prima della pubblicazione di Surrealistic Pillow, i Jefferson Airplane, insieme ad altri gruppi di San Francisco come i The Grateful Dead e i Quicksilver Messenger Service, parteciparono all’happening Human Be-In, preludio alla Summer of Love, il fenomeno che quell’anno fece diventare la città della baia la capitale mondiale del movimento hippie.

« One pill makes you larger,
and one pill makes you small
And the ones that mother gives you
don’t do anything at all
Go ask Alice when she’s ten feet tall »

Si tratta di una canzone caratterizzata da un crescendo irresistibile che si interrompe in modo inatteso e sorprendente; ed è anche uno dei brani interpretati dalla band, nella loro esibizione al Festival di Woodstock del 1969.

La traccia è una delle prime canzoni scritte da Grace Slick, composta a fine 1965 o inizio 1966, prendendo apertamente ispirazione dai libri di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio, utilizzando elementi come il cambio di dimensioni dopo aver mangiato pillole o bevuto liquidi sconosciuti aggiornandoli nei contenuti alla luce della controcultura anni sessanta per descrivere gli effetti di un “viaggio” sotto LSD. Viene comunemente ritenuto essere un brano profondamente influenzato dalla cultura delle droghe degli anni sessanta, con particolare riferimento agli allucinogeni, come l’LSD e i funghi allucinogeni. Ovviamente il coniglio bianco del titolo (“White Rabbit”) è proprio quello del racconto di Carroll, anche se trasfigurato come metafora della psichedelia.

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